IEROGAMIA – La Guarigione attraverso il Rito e il Mito è un progetto fotografico che mette insieme diversi lavori di Angelo Cricchi con opere antologiche che qui trovano un loro nuovo e rinnovato tracciato espositivo. Una mostra ideata come un circuito narrativo lungo le pareti e i pavimenti delle due sale dell’avamposto contemporaneo di Via della Conciliazione, avvolgendo il visitatore in un labirinto di colori, miti, riti, allegorie e immagini in omaggio ad alcune gradi figure femminili che in relazione con la natura hanno segnato l’immaginario collettivo. Un rituale di passaggi visivi e tematici in cui il corpo, le metamorfosi, il sacro, il mito e le tracce esoteriche trasformano il bianco della galleria in un bosco, un labirinto metafisico.
A partire dalla prima sala, interamente dedicata a Ildegarda di Bingen: monaca cristiana, scrittrice, mistica e teologa tedesca, ma anche erborista, naturalista, gemmologa, cosmologa, venerata come santa dalla Chiesa Cattolica e dichiarata nel 2012 Dottore della Chiesa da Papa Benedetto XVI.
È nella prima sala che la figura di Ildegarda prende forma attraverso le fotografie d’arte, le “imago” di Angelo Cricchi, che ne ripropone poeticamente la vita e il misticismo, ritraendola in forme, luoghi ed età diverse: “Ildegarda con ancelle” si staglia sul fondo della parete centrale in un bosco oscuro, mentre ai lati “Ildegarda bambina” e “Ildegarda adulta” scivolano fuori dal bosco. Sui due lati lunghi si trovano poi due dittici e una sequenza in tre scatti: da una parte le ritualità ierogamiche tra le selve del bosco, messe in relazione “pericolosa” con la figura maschile del mandylion; dall’altra un labirinto sotto un sole mediterraneo.
Dalla prima alla seconda sala, la narrazione mistica dell’incontro tra divinità prosegue nel “giardino dell’Eden”, installazione sensoriale che accompagna quella audiovisiva di “The secret life of plants”. Sono “Santa Cecilia” e “Santa Veronica”, poi, a chiudere la seconda sala con un volo nel bianco e nella sensualità metafisica.
Il viaggio di IEROGAMIA – La Guarigione attraverso il Rito e il Mito si chiude con l’oggetto più arcaico e universale tra i manufatti umani: il vaso in ceramica smaltata, recipiente dal valore pratico e dalle storie infinitamente complesse.
«Le ierogamie – termine attraverso cui si indicano i riti nuziali tra due divinità, così come tra il divino e l’umano – che Angelo Cricchi presenta in questa mostra, materializzandosi in miti e riti curativi che attraversano anche il simbolico del maschile e del femminile, travalicano le narrazioni identitarie delle religioni monoteiste sino a restituire un pluralismo di interregni tra corpo e spirito, tra esperienza sensuale, trascendenza e immanenza, tra natura e cultura», spiega la curatrice e critica d’arte Anna Simone.
Scrive Gianluca Marziani, curatore della mostra: «Angelo Cricchi ha gradualmente plasmato la sua lunga relazione col corpo umano in un habitat fotografico. Siamo di fronte ad un artista che ha costruito il suo environment privilegiato, definendo un giardino delle proprie meraviglie, un profumato eden che rivela bellezza ma nasconde veleni pungenti e frutti rossi della discordia primordiale».
Commenta infine il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale: «Angelo Cricchi è un cultore di storie: egli è attratto dalle idee, dai luoghi, dai corpi, con cui (da ex atleta) ha un rapporto molto naturale, ma soprattutto dai volti. Su questi elementi costruisce le sue opere, che hanno un impianto drammatico, inteso come teatrale, di impronta spiccatamente figurativa e classicheggiante. A lui non interessa riprodurre la realtà: desidera piuttosto creare scenari fantastici, mondi personali e idealizzati, che però non sono mai totalmente finti, ma si collocano piuttosto in perfetto equilibrio tra il reale e l’immaginato.
IEROGAMIA – Healing through Ritual and Myth is a photographic project that brings together different works by Angelo Cricchi with anthological works that here find their own new and renewed exhibition track. An exhibition conceived as a narrative circuit along the walls and floors of the two rooms of the contemporary outpost of Via della Conciliazione, enveloping the visitor in a labyrinth of colors, myths, rituals, allegories and images in homage to some degree female figures who in relation to nature have marked the collective imagination. A ritual of visual and thematic passages in which the body, metamorphosis, the sacred, myth and esoteric traces transform the white gallery into a forest, a metaphysical labyrinth.
Starting with the first room, entirely dedicated to Hildegard of Bingen: a Christian nun, writer, mystic and German theologian, but also a herbalist, naturalist, gemologist, cosmologist, venerated as a saint by the Catholic Church and declared a Doctor of the Church by Pope Benedict XVI in 2012.
It is in the first room that the figure of Hildegard takes shape through the art photographs, the “imago” by Angelo Cricchi, who poetically re-proposes her life and mysticism, portraying her in different forms, places and ages: “Hildegard with Handmaids” stands out at the bottom of the central wall in a dark forest, while on the sides “Hildegard as a child” and “Hildegard as an adult” glide out of the woods. Then on the two long sides are two diptychs and a sequence in three shots: on one side hierogamic rituals among the forest thickets, set in “dangerous” relation to the male figure of the mandylion; on the other a labyrinth under a Mediterranean sun.
From the first to the second room, the mystical narrative of the encounter between gods continues in the “Garden of Eden,” a sensory installation accompanying the audiovisual one of “The secret life of plants.” Then it is “Saint Cecilia” and “Saint Veronica” that close the second hall with a flight into white and metaphysical sensuality.
The journey of IEROGAMIA – Healing through Ritual and Myth closes with the most archaic and universal object among human artifacts: the glazed ceramic vase, a vessel with practical value and infinitely complex histories.
“The hierogamies – a term through which we indicate the nuptial rites between two deities, as well as between the divine and the human – that Angelo Cricchi presents in this exhibition, materializing in myths and healing rites that also cross the symbolism of the masculine and the feminine, transcend the identity narratives of monotheistic religions to the point of restoring a pluralism of interconnections between body and spirit, between sensual experience, transcendence and immanence, between nature and culture,” explains curator and art critic Anna Simone.
Gianluca Marziani, curator of the exhibition, writes: “Angelo Cricchi has gradually shaped his long relationship with the human body into a photographic habitat. We are dealing with an artist who has built his own privileged environment, defining a garden of his own wonders, a fragrant eden that reveals beauty but hides pungent poisons and red fruits of primordial discord.”
Finally, Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, President of the Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, comments: “Angelo Cricchi is a lover of stories: he is attracted by ideas, places, bodies, with which (as a former athlete) he has a very natural relationship, but above all by faces. On these elements he builds his works, which have a dramatic structure, understood as theatrical, with a distinctly figurative and classical imprint. He is not interested in reproducing reality: rather, he wishes to create fantastic scenarios, personal and idealized worlds, which, however, are never totally fictional, but rather stand in perfect balance between the real and the imagined.